Vetrina simbolo in centro: «Questo negozio condanna il genocidio a Gaza»
A Strada Nuova la vetrina de “La novità” espone barchette colorate e il cartello «Questo negozio condanna il genocidio a Gaza»: la titolare Federica Moro trasforma il negozio in spazio di denuncia

Nel passeggiare lungo Strada Nuova, una vetrina sta suscitando curiosità e discussione. Accanto agli abiti esposti, fanno capolino piccole barche di carta, realizzate a mano e tinte nei colori verde, bianco, nero e rosso — chiari richiami alla bandiera palestinese. Accanto a queste, un messaggio chiaro e senza mezzi termini: «Questo negozio condanna il genocidio a Gaza».
Il negozio si chiama La novità e la proprietaria, Federica Moro, è da mesi pubblicamente schierata a favore della causa palestinese. La decisione di trasformare la vetrina in un segno di presa di posizione politica ha attirato l’attenzione dei passanti e aperto un dibattito sul ruolo degli esercizi commerciali come luoghi di espressione civile.
La composizione in vetrina — barchette colorate e slogan — rimanda a simboli di solidarietà e di richiesta di attenzione verso una crisi lontana ma che, per molti, ha implicazioni morali immediate. Alcuni cittadini applaudono l’iniziativa come gesto di impegno e sensibilizzazione; altri ritengono che negozi e attività commerciali dovrebbero restare neutri per non compromettere il rapporto con la clientela.
Il caso de “La novità” solleva domande più ampie: fino a che punto è legittimo usare uno spazio commerciale per esporre opinioni politiche? E quale responsabilità hanno i titolari di negozi quando scelgono di rendere pubblica una posizione su temi internazionali sensibili?
Per ora la vetrina resta al suo posto e continua a intercettare lo sguardo di chi transita per Strada Nuova, trasformando una normale passeggiata in un momento di riflessione pubblica.
M.D.